Che cos’è e a cosa serve il Coaching

Che cos’è e a cosa serve il Coaching

Gli obiettivi del coaching

Per meglio comprendere cos’è e come funziona questo strumento di sviluppo che chiamiamo Coaching, in questo articolo ne descriveremo gli ambiti di applicazione, il background culturale e filosofico da cui ha preso forma, vedendone l’evoluzione nelle specifiche fasi storiche.

In sintesi possiamo dire che l’essenza stessa del coaching è di accompagnare la persona verso l’espressione del suo massimo potenziale, attraverso un processo autonomo di apprendimento e riscoperta.

«Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero di quando li abbiamo creati»

Albert Einstein

Il Concise Oxford Dictionary definisce il verbo “to coach” come “addestrare, fare da tutor, dare indizi, preparare mediante fatti”.

Alcune di queste attività non hanno attinenza con il coaching inteso in senso professionale e la definizione è tutt’altro che esaustiva data la natura complessa e dinamica del coaching.

UNA METODOLOGIA
DI SVILUPPO

Il coaching rappresenta una metodologia di sviluppo finalizzata a operare un cambiamento, una vera e propria evoluzione nella persona tale da migliorarne e amplificarne le capacità, per raggiungere i suoi obiettivi, che siano lavorativi, personali o sportivi con maggiore efficacia.

COACH E COACHEE

Il percorso di coaching si concretizza nella relazione tra il coach e il suo cliente, detto coachee, attraverso una serie di incontri chiamati sessione. In base alla natura del contesto e del tipo di obiettivo, le sessioni possono variare in numero e durata, permettendo di conciliare flessibilità ed efficacia dell’intervento.

Ciò rende questo strumento particolarmente versatile nei contesti aziendali per i notevoli vantaggi che può portare sia in termini di valorizzazione della singola risorsa umana, con conseguente miglioramento delle relazioni umane, sia dell’intero ambiente di lavoro.

Liberare le potenzialità di una persona, perché riesca a portare al massimo il suo rendimento: aiutarla ad apprendere.
JOHN WITHMORE

La ICF (International Coach Federation), la più grande associazione professionale internazionale di coach, a cui noi stessi aderiamo, definisce infatti il coaching come una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.

COSA E SOPRATTUTTO COME

Nel coaching il modo in cui si compie un’azione è importante tanto quanto l’azione stessa. La relazione e il modo con cui viene gestita rappresentano due elementi importanti, poiché promuovono un approccio diverso nella vita quotidiana del coachee, sia professionale sia personale.

La modalità di gestione della relazione da parte del coach permette di far riconoscere al cliente i propri talenti e le capacità, affinché li possa utilizzare con consapevolezza, per rafforzare la propria efficacia e prestazione all’interno della nuova cornice fornita dall’approccio del coaching.

Per questo motivo il coaching viene frequentemente utilizzato con atleti, imprenditori, manager, insegnanti, venditori e a chiunque voglia migliorare le proprie performance o raggiungere obiettivi prefissati.

Nascita ed evoluzione del coaching

Il coaching affonda le sue radici, come la maggior parte delle discipline del mondo moderno, nel fertile terreno della filosofia.

La filosofia comprende vari approcci e correnti come la filosofia occidentale, orientale, africana, dei nativi d’America e così via.

Tuttavia, con una semplificazione estrema, se confrontassimo i contributi tra filosofia occidentale e orientale al coaching vi troveremmo una contraddizione essenziale: mentre le filosofie orientali promuovono infatti spiritualità e unità, quelle occidentali affermano che il nostro approccio al mondo e alla vita deve essere basato sulla ragione e sulla logica.

Il metodo filosofico che più facilmente viene da associare al coaching è quello socratico del “conosci te stesso”: grazie a brevi domande, che Socrate poneva ai propri allievi, questi rispondevano, ricercando in sé le risposte e quindi la verità.

Nelle sedute di coaching, analogamente, la persona può trovare nuove soluzioni per i propri obiettivi, valorizzando le proprie risorse interiori, uniche e irripetibili. “Riportando alla luce” le potenzialità individuali del cliente, il coach lo aiuta a migliorarne le competenze e superare quelle barriere (= convinzioni limitanti) che gli impediscono la massima espressione delle sue prestazioni migliori: anziché insegnare o addestrare, crea quindi le condizioni più opportune per il cambiamento e lo sviluppo dell’individuo, avvicinandosi naturalmente alla pratica maieutica.

Il coaching, integrando anche punti di vista e strumenti riconducibili alla filosofia orientale, ha permesso di supportare il cliente a un livello superiore, attraverso un approccio sistemico che gli consente di affrontare le proprie sfide utilizzando sinergicamente tutte le sue risorse.

Curiosità storica

Il termine coach compare per la prima volta nel 1500, riferendosi a una carrozza trainata da cavalli e guidata da un cocchiere, in una piccola città ungherese chiamata Kòcs. Verso la metà del 1850 il termine è poi stato utilizzato per indicare la figura del tutor, soprattutto nelle università inglesi, un insegnante che era in grado di motivare gli studenti per il conseguimento degli esami.

Con l’emergere del Movimento umanista, si comincia a parlare di coaching anche nel mondo del business. Nel XX secolo, a partire dalla seconda metà degli anni ’30, si trovano pubblicazioni di settore in cui si comincia a parlare di coaching anche nel mondo aziendale.

Tra gli anni ’30 e gli anni ’60, in importanti imprese americane, i senior manager o gli impiegati con esperienza iniziano ad addestrare e seguire i neoassunti. In tale fase, il coaching assomiglia molto di più a quello che oggi noi definiamo tutoring e mentoring.

È tuttavia tra gli anni ’60 e ’80 che il coaching comincia ad avere maggior credito, fino a far rientrare la metodologia nei programmi di leadership delle università americane negli anni ’80.

La reale innovazione che potremmo quasi definire una rivoluzione avviene con la fusione tra il mondo dello sport e il mondo degli affari, che ha dato una nuova valenza a questo termine.

A fine anni ’90 arrivano i primi importanti dati sugli incredibili aumenti di produttività dei manager che avevano intrapreso un percorso di coaching. Ulteriori studi confermano la relazione diretta tra miglioramenti dei rapporti dei clienti, incrementi del ROI e interventi di coaching.

In una ricerca dell’International Management Association, viene dichiarato che “se i programmi di formazione in media migliorano la produttività del 22%, con il coaching si arriva all’88%”.

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Nella vita di ogni persona, la sfera privata e quella lavorativa sono praticamente due facce della stessa medaglia e spesso una influenza l’altra. L’aspetto alla base del coaching, che più lo caratterizza rispetto ad altre professionalità, è di essere un percorso estremamente personalizzato. Nella vita di ogni persona, infatti, la sfera privata e quella lavorativa sono praticamente due facce della stessa medaglia e spesso una influenza l’altra.

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