La prima importante distinzione da considerare tra interventi di coaching è quindi proprio quella che specifica se si lavorerà più su aspetti della vita privata della persona oppure su quella professionale. Per questo, tra i diversi tipi esistenti di questo strumento, bisogna intanto distinguere tra Life Coaching e Business Coaching.
Il Life coaching viene utilizzato da soggetti che vogliono modificare o migliorare qualcosa di specifico nella sfera personale della propria vita. Scaturisce quindi dal bisogno di cambiamento e spesso riguarda:
Per questi motivi, il Life coach si occupa prevalentemente della gestione delle relazioni in generale e di life-planning. Di conseguenza, nel Life coaching, il contratto di coaching coinvolge esclusivamente due attori, il coach e il coachee, sia a livello remunerativo sia di privacy.
Il Business coaching è un tipo di coaching dedicato a manager e imprenditori che si trovano di fronte a grandi cambiamenti o che vogliono puntare all’eccellenza.
Al riguardo è possibile individuare diversi tipi di necessità tra cui:
Se il manager o il professionista è all’interno di un contesto aziendale, il contratto di coaching prevede tre attori, il committente, il coach e il coachee.
Sulla base di teorizzazioni a opera di Robinson, Skiffington e Zeus, possiamo delineare almeno sette differenti modelli di coaching
Questo modello, sviluppato in particolare da David Cooperrider, analizza in modo integrato i punti di forza del coachee, le sue risorse, competenze e opportunità, piuttosto che un problema specifico. Il coach è presente per affermare e sostenere i punti di forza dei coachee e aiutarli guidandoli nella risoluzione e gestione del problema in questione.
In questo modello o approccio, il coach è presente per supportare il coachee a riflettere sulle sue difficoltà, ma non certo per risolvere il problema al posto suo. È un modello che ha certamente elementi in comune con la “pratica riflessiva” che lo stesso coach, all’interno di un costante percorso di formazione e autoformazione, implementa come strumento di autosviluppo per analizzare e migliorare la propria azione.
Tale modalità di coaching si basa su tre stadi: collezionare informazioni sui coachee attraverso l’osservazione; analizzarle per capire quale sia la situazione in essere e, infine, definire le strategie e i piani d’azione. A livello internazionale sono innumerevoli le case history di importanti gruppi (bancari, automotive e molti altri…) di cui si possono leggere i risultati rispetto all’adozione di questo modello.
Specifico per imprenditori o per individui che vogliono avviare una propria attività.
Tale modello si presenta generalmente in due situazioni. La prima, in cui una persona, esperta in un particolare ambito del lavoro, trasmette agli altri dipendenti feedback, supporto e suggerimenti alternativi per determinati problemi, ed è quindi più riconducibile al mentoring. La seconda si realizza invece quando due persone, con lo stesso livello di esperienza e conoscenza, si osservano e si danno supporto e feedback vicendevolmente.
Il compito del coach è lasciare che l’individuo riconosca come si sia svolto e successivamente sviluppato il proprio inserimento nel sistema e come le sue azioni influiscano sulla dinamica complessiva.
Il coach lavora con un gruppo di manager con obiettivi comuni, procedendo con una serie di incontri.